L’insegnamento è considerato tra i lavori di cura e quindi femminile. Almeno fino ai gradi inferiori…
Pensate che non vi riguardi?
“La conseguenza della femminilizzazione della scuola” – spiega Barbara Mapelli, docente di pedagogia delle differenze all’Università Bicocca di Milano- è che vengono meno figure maschili autorevoli di riferimento che sarebbero importanti per i bambini e per i ragazzi che in genere hanno come unico parametro il padre, spesso assente. Inoltre molti di loro vivono la scuola come un luogo di donne, dalle quali mantengono un certo distacco e diffidenza.”
D’altra parte un uomo maestro all’asilo è visto sempre con un certo sospetto, è evidente il pregiudizio di genere…
Le donne nelle scuole sono il 79% del corpo docente. Una percentuale che sale fino a quasi il 100% nelle scuole dell’infanzia, al 95% nella scuola primaria e all’85% nella scuola secondaria di primo grado. La situazione cambia nella scuola secondaria di secondo grado dove le professoresse rappresentano in media il 59% .
Ma negli atenei la piramide si ribalta: i rettori donna in Italia sono solo 5 su 78.
“Si tratta di un’anomalia che va di pari passo con quella di altri settori considerati di “prestigio” e che è difficile da spiegare dato che, almeno in teoria, si dovrebbe passare di livello con concorsi pubblici che dovrebbero premiare i migliori. E sulla carta, stando anche alle statistiche, le donne hanno voti più alti e più titoli”.
Un fatto “strano” che un po’ si spiega con ciò che il Rettore della Normale di Pisa Vincenzo Barone ha dichiarato in questi giorni…
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