Quanto costa partecipare?
NIENTE!
questo è un progetto senza fini di lucro.Potete partecipare in diversi modi. Se volete raccontare la vostra storia, scrivetemi a iosonoquellache@gmail.com
Vedremo insieme se la vostra testimonianza può essere adatta per partecipare a una delle prossime mostre. In caso positivo, avrò bisogno di alcune foto per farvi il ritratto. Il dipinto resterà di mia proprietà e sarà utilizzato per le mostre successive.
Eseguo anche dipinti su commissione, ma questa è un’altra storia info su www.lauracorre.com
Sono un uomo, posso partecipare?
ahhhh, questa è una domanda che mi sento rivolgere spesso. “perchè i maschi no?” “anche noi uomini subiamo pregiudizi”. Non sono una femminista discriminatrice verso gli uomini: il mio progetto non intende essere escusivo. Stereotipi di genere, discriminazioni, pregiudizi esistono in tutti i generi.
Io – al momento – mi occupo di etichette e pregiudizi al femminile.
Poi vedremo
Come sono fatti questi ritratti? perchè non hai esposto semplicemente la foto?
Perchè sono fondamentalmente una pittrice. Perchè col ritratto si aggiunge sempre quel qualcosa in più che alla foto manca. Questi sono ritratti eseguiti perlopiù in pochi giorni, degli schizzi di impressioni che ho cercato di collegare alla storia individuale di ciascuna donna e a ciò che questa mi suscitava. Lo sguardo sereno e felice della donna con troppi figli, gli occhi intelligenti della bella bionda, il sorriso della donna forte…
Ciascuna
opera è composta da una parte pittorica e da una parte narrativa, ovvero il ritratto (olio su tela,
cm 60x50) e il racconto della storia con alcune note biografiche. Sono ritratti “veloci”, così come velocemente
spesso attacchiamo le “etichette”, e sono ritratti che per quanto realistici,
sono sempre una visione parziale della realtà.
Ma tutte queste donne così diverse…chi sono? Cosa hanno in comune?
Alcune sono amiche da anni. Altre le ho conosciute sui social. Alcune si sono proposte, altre ancora le ho invitate perchè sapevo che avevano una storia interessante da raccontare.
Cosa hanno in comune? Sono coraggiose. Perchè ci vuole coraggio a parlare di sè, dei propri punti “deboli” che in realtà sono “deboli” solo perchè la società ce lo vuol far credere, perchè sono lati che ci rendono “diverse”, perchè così non rientriamo nel “modello”, nello “stereotipo”.
Ci vuole coraggio a esporsi. E quello che le mie donne coraggiose mi hanno detto, è che dopo essersi raccontate e essersi messe “in piazza”, dopo essere state “esposte”, nel senso sia reale che metaforico del termine, si sono sentite come liberate da un peso. Più leggere. Più forti che mai.
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